Dipartimento Ricercatori

CHI SIAMO

Coordinatore Nazionale:

Luigi Cardia

Vice Coordinatore Nazionale:

Salvatore Fedele

Segretario Nazionale:

Roberta Parente

MISSION

I corsi di dottorato fanno parte del 3° ciclo della Formazione Superiore e hanno l’obiettivo di preparare alla metodologia per la ricerca scientifica avanzata, prevedendo, tra l’altro, stage all’estero e la frequenza di laboratori di ricerca.

L’ammissione richiede il possesso di una Laurea Magistrale e il superamento di un concorso per l’accesso. La durata è di almeno tre anni. Il dottorando deve elaborare una tesi originale di ricerca.

In ambito sanitario il dottorato di ricerca rappresenta un percorso alternativo alla specializzazione, sebbene sia da ritenersi complementare, in quanto garantisce l’acquisizione di competenze specifiche non direttamente incardinate nel percorso di formazione specialistica, sebbene i due percorsi possano essere intrapresi parallelamente durante gli ultimi anni di corso.

Riteniamo che il Dottorato di ricerca sia da considerare non soltanto l’ultimo livello di istruzione universitaria, ma il primo di una carriera professionale incentrata sulla ricerca e volta alla didattica. 

Nonostante negli ultimi anni siano stati compiuti dal Ministero alcuni passi in avanti, ad oggi, il dottorato non ha ancora raggiunto un inquadramento che si discosti nettamente dallo status di studente universitario. In quest’ottica, il superamento della logica della borsa, in favore di un regolare contratto di lavoro, consentirebbe un trattamento più equo e favorevole, garantendo una più precisa ripartizione delle mansioni, dei tempi e delle modalità di lavoro, andando ad integrarsi con l’erogazione di standard formativi elevati.

Ciò garantirebbe, inoltre, il maturare di un’anzianità contrattuale riconosciuta in ambito concorsuale nelle amministrazioni pubbliche e facilmente inquadrabile anche per incarichi nel mercato del lavoro al di fuori dall’ambito universitario. 

In generale, l’inquadramento del dottorato di ricerca attraverso un contratto di lavoro, e non con una borsa di studio, potrebbe facilitare il congiungimento tra il mondo della ricerca universitaria e il sistema produttivo del Paese.

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