La proposta dei Giovani Medici (SIGM) per il recupero di fondi da destinare al finanziamento di contratti di specializzazione attraverso una riconfigurazione del trattamento previdenziale degli specializzandi.

Oggi più che mai, infatti, si rafforza nei Giovani Medici (SIGM) il convincimento che le soluzioni ai noti problemi possano essere rinvenute all’interno del medesimo capitolo della formazione specialistica. Ma occorre richiamare alla memoria un breve antefatto. Nel periodo a cavallo tra la fine dell’anno 2006 e l’inizio del 2007, allorchè il Governo pro tempore si apprestava ad evolvere le ex borse di studio in contratti di formazione specialistica (e non nei ben più strutturati contratti di formazione-lavoro, previsti dalla versione originaria del D.Lgd 368/1999 in recepimento delle Direttive Comunitarie), venne assunta la decisione di inquadrare gli specializzandi da un punto di vista previdenziale nella Gestione Separata INPS. Tale decisione, che allora ebbe carattere di “imposizione” del tipo “prendere o lasciare”, sentenziata da esponenti dell’allora Governo provenienti dal mondo del sindacalismo medico, complice la componente giovane della professione espressione del mondo sindacale, apparve da subito illogica, in quanto gli specializzandi per legge sono obbligati a contribuire nella Quota A della Fondazione ENPAM (l’Ente previdenziale dei medici) in qualità di iscritti agli Ordini professionali (requisito senza il quale non è possibile esercitare la Professione a qualsivoglia livello, ivi inclusa la formazione post laurea) e, quindi, a fine carriera sarebbero stati costretti a ricongiungere i contributi versati a titolo oneroso per ricostruire il loro profilo previdenziale derivante dalla contribuzione a casse previdenziali diverse. In verità, è bastato poco tempo per prendere coscienza del fatto che i contributi versati alla Gestione Separata INPS sarebbero serviti a garantire la continuità di flusso nella corresponsione delle pensioni ai colleghi in fuoriuscita dal sistema, atteso che la rendita di tale tipologia contributiva per i contribuenti (i giovani medici in formazione specialistica) aveva ed ha coefficienti molto bassi.

 

La Proposta dei Giovani Medici (SIGM) consiste nel riproporre in sede di DDL di Stabilità 2014 i contenuti della proposta di legge SIGM per l’inquadramento previdenziale unico degli specializzandi in ENPAM con alcune variazioni. In sintesi, si richiede di dar luogo ad una cessazione immediata per tutti i medici in formazione specialistica dell’attuale inquadramento previdenziale nella Gestione Separata INPS con un re-inquadramento della contribuzione presso la Fondazione ENPAM, all’interno di un Fondo Speciale “Quota Giovani” di nuova istituzione, ovvero in altro Fondo esistente, qualora vi siano condizioni di rendita previdenziale più vantaggiose per i contribuenti.

Il presupposto di base è che si mantengano gli attuali emolumenti al netto di qualsiasi onere, garantendo al contempo una invarianza di rendita previdenziale rispetto al regime contributivo vigente. Infatti, dalle simulazioni fatte in forma di 3 differenti ipotesi (A,B,C), tale determinazione consentirebbe di

1) recuperare risorse da un minimo di  23.760.000 euro ad un massimo di 55.260.000 euro, corrispondenti in termini di unità contrattuali ad un minimo di 990 ed un massimo di 2302 contratti di formazione specialistica da mettere a concorso a partire dall’anno accademico 2013/2014;

2) incrementare il compenso netto mensile da un minimo di circa 30 euro ad un massimo di circa 70 euro, parte dei quali potrebbero essere utilmente investiti in forme di previdenza complementare (il così detto “terzo pilastro” della Previdenza);

3) porre i presupposti per dare rappresentanza alle giovani generazioni all’interno degli organi di governo della Fondazione ENPAM, a garanzia dell’adozione di politiche previdenziali non più fisiologicamente orientate a garantire chi fuoriesce dal sistema previdenziale, bensì a favore di chi entra nel mondo del lavoro.

I numeri sono impietosi e la prima considerazione che viene alla mente è che per garantire la sostenibilità delle pensioni a chi entrava in quiescenza, negli ultimi sette anni, le giovani generazioni di aspiranti medici in formazione sarebbero state deprivate di ingenti risorse.

Ma torniamo all’attualità. Atteso che servirebbe uno stanziamento aggiuntivo di non meno di 80 milioni di euro annui per i prossimi due anni, per garantire un contingente di 4500 unità contrattuali, in attesa che si concretizzino gli effetti di una eventuale rimodulazione e semplificazione dell’offerta formativa delle scuole di specializzazione, e considerato che difficilmente in questo DDL di Stabilità sarà possibile reperire l’intero ammontare richiesto, – si ricorda per inciso che la Legge di Stabilità è così denominata in quanto deve garantire l’equilibrio tra entrate ed uscite nel Bilancio dello Stato – si ritiene che tale proposta non possa non essere presa nella dovuta considerazione dalle Istituzioni competenti, se non in questa almeno nella prima legge di spesa utile. Peraltro, si tratterebbe di un intervento strutturale, che consentirebbe di recuperare le sopra indicate risorse in maniera costitutiva, lasciando intravedere spazi, nel breve periodo, per poter intervenire anche sulla formazione specifica di medicina generale. Infatti, come è noto, il SIGM ha proposto l’istituzione delle scuole di specializzazione di medicina generale, che potrebbe essere avviata col DM di cui all’art. 20, comma 3 bis, della Legge 8 novembre 2013, nonché il conseguente finanziamento di contratti di formazione specialistica ad indirizzo generalista, alla cui copertura si potrebbe provvedere già in parte attraverso il recupero nel capitolo di spesa della formazione specialistica delle attuali dotazioni finanziare assegnate alle Regioni.

Inoltre, la proposta avanzata dai Giovani Medici (SIGM), ricomprende l’ipotesi di riassorbire le meritorie competenze in atto in carico alla Fondazione ONAOSI all’interno della Fondazione ENPAM (per i contribuenti medici ed odontoiatri) e delle altre Casse previdenziali private (per gli altri profili professionali), preservando in toto l’erogazione delle prestazioni agli assistiti ed i diritti dei dipendenti. Ciò consentirebbe di recuperare ingenti risorse quali, a titolo esemplificativo, quelle corrispondenti ai costi degli organi statutari amministrativi e di controllo dell’ONAOSI, pari a circa 1 milione di euro. Tale iniziativa appare opportuna in ragione dell’esigenza di procedere ad una profonda opera di spending review in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione, della società civile e delle professioni. In tal modo, si potrebbero liberare risorse per il finanziamento di borse di studio / contratti di formazione da destinare agli specializzandi non medici iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria.

In conclusione, sussistono tutti i presupposti per sostenere la Proposta dei Giovani Medici (SIGM), che va nel senso di riequilibrare a favore delle giovani generazioni lo squilibrio intergenerazionale che è stato ingenerato ed alimentato negli ultimi lustri. Pertanto, chiediamo che la Federazione Nazionale degli Ordini Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FNOMCeO), che ad oggi si è dimostrata indifferente alla voce non sindacale del I e del II GiovaniMediciDay, ma che dovrebbe rappresentare tutte le sensibilità che compongono la Professione medica, prenda posizione e sostenga pubblicamente la proposta del SIGM, anche se questa proviene da un movimento di opinione giovane (non soltanto nell’accezione anagrafica del termine) e non sindacale.

Chiediamo, inoltre, che le realtà giovanili sindacalizzate della Professione sostengano la proposta dei Giovani Medici (SIGM), mettendo da parte l’afflato ideologico che le ha portate addirittura a porre in discussione il “salvataggio” (e non il finanziamento) di strutture private accreditate di eccellenza e di riferimento nazionale ed internazionale (e non di università private come qualcuno ha erroneamente fatto credere), che documentano indici di performance assistenziali ed indici di produttività virtuosi, e la cui esistenza viene messa a repentaglio dalle pessime politiche condotte su base regionale da tutti gli schieramenti politici che si sono succeduti, quelle stesse forze politiche che troppo spesso nel nostro Paese ospitano nelle proprie fila autorevoli esponenti del mondo sindacale. Trattasi, parimenti, del “salvataggio” di migliaia di professionisti e dipendenti, che nelle predette strutture operano, e che già hanno affrontato numerosi sacrifici (abbassamento degli stipendi, cassa integrazione, ecc.). Che si abbandonino al loro destino, invece, tutte quelle strutture, pubbliche o private che siano, che non soddisfano gli standard minimi per il soddisfacimento dei bisogni di salute! Si può sorvolare sulla superficialità con la quale si affrontano i problemi e si emanano proclami, si può perdonare il dilettantismo col quale si indirizzano i colleghi a delle manifestazioni non autorizzate (anche col malcelato intento di distrarli dalla Manifestazione Nazionale non sindacale di Montecitorio), come quella nota alla cronaca, sfociata in scontri all’Università Sapienza di Roma, ma non si potrà ulteriormente comprendere il perseverare della complicità e della difesa ad oltranza di quanti si sono resi correi delle scellerate politiche professionali che oggi si riversano sulle giovani generazioni di medici, al punto da metterne in crisi l’esercizio dell’accesso alla formazione ed al mondo del lavoro.

E’ venuto il momento di prendere posizione!

Sottoscrivete la Proposta dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) per il recupero di fondi da destinare al finanziamento di contratti di specializzazione attraverso una riconfigurazione del trattamento previdenziale degli specializzandi, rispondendo alla survey per sondare la percezione della componente giovane della Professione medica in tema di politiche previdenziali.

Il Consiglio Esecutivo SIGM

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