Specializzandi (medici e non medici) di area sanitaria dell’Università di Palermo: per la Regione e l’ERSU solo doveri di tributi (tassa sul diritto allo studio) e nessun diritto.

Come è noto, tutti gli iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria, medici e non medici, contribuiscono obbligatoriamente alla Regione la tassa regionale per il diritto allo studio, pari a circa 150 euro annue. Tali tributi, versati alle Università, vengono interamente canalizzati nelle casse degli Enti Regionali per il Diritto allo Studio (ERSU).

Nel mese di dicembre 2014, nell’apprendere della stipula della convenzione tra l’ERSU di Palermo e l’Azienda Civico di Palermo di una convenzione finalizzata a garantire agli studenti in medicina, in qualità di contribuenti la tassa regionale per il diritto allo studio, l’accesso alla mensa dell’Azienda Civico, i nostri rappresentanti degli specializzandi presentavano all’ERSU di Palermo una formale richiesta di estensione dei predetti servizi di ristorazione collettiva erogati dall’ERSU anche ai medici e non medici iscritti alle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria ed agli iscritti ai corsi di Dottorato di Ricerca di Area bio-sanitaria. Purtroppo, a tale richiesta l’ERSU di Palermo rispondeva con un diniego. Questo in totale difformità rispetto a quanto accade, e da anni, per gli specializzandi di area sanitaria iscritti alle Università degli Studi di Catania e Messina, cui i rispettivi ERSU garantiscono l’accesso ai servizi (tutti esclusi quelli attribuiti sulla base del reddito con riferimento agli specializzandi medici, in quanto titolari di un contratto di formazione).

Se ciò non bastasse, oltre il danno la beffa: a causa di una interpretazione a dir poco “originale” da parte dell’Assessorato Regionale alla Formazione, da cui dipendono gli ERSU, nonostante le formali segnalazioni dell’Università di Palermo, del SIGM Palermo e del CISAS Palermo, in occasione delle recenti elezioni per il rinnovo della rappresentanza di “secondo livello” nel CdA dell’ERSU Palermo, sia gli specializzandi medici che non medici, iscritti alle scuole di specializzazione dell’Università di Palermo (pari a ben circa ¼ dell’intero corpo elettorale), sono stati esclusi dal diritto di elettorato attivo e passivo. Insomma, l’ERSU incassa milioni di euro in forma di tasse da parte degli specializzandi, ma questi ultimi per l’Assessorato sono pari a degli ectoplasmi e quindi né possono accedere ai servizi né possono eleggere democraticamente i propri rappresentanti.

Al fine di tutelare i diritti di tutti gli specializzandi dell’area sanitaria, vi informiamo che i rappresentanti legali pro tempore delle sedi SIGM e CISAS di Palermo hanno presentato un ricorso al TAR.

Vi terremo aggiornati puntualmente sugli sviluppi di tali vicende che hanno dei contorni al limite del paradossale.

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