Fabbisogno MMG: non basta parlare di carenza, serve una riorganizzazione delle cure primarie

Fabbisogno MMG. SIGM: “Non basta continuare a parlare di carenza dei MMG. Si affronti il tema di una riorganizzazione delle Cure Primarie”

Il Dipartimento di Medicina Generale (SIMeG) del Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM), in un documento indirizzato al Ministero della Salute, prende in esame la situazione attuale e futura delle Cure Primarie per capire se la carenza, paventata dalla stampa di settore e non, sia reale e per stabilire quale sarà il fabbisogno di Medici di Medicina Generale nel futuro prossimo.

Dopo aver assistito a mezzo stampa, nelle ultime settimane e fino ai giorni scorsi, a numerosi comunicati, proclami e discutibili proposte sul tema,  il SIMeG ha ritenuto opportuno entrare nel dibattito che riguarda la tanto citata carenza di MMG, alla base della quale sembrerebbe esserci il massiccio pensionamento cui andrà incontro una grossa fetta degli attuali MMG in servizio.

“Per capire se realmente tale carenza sia così consistente e per stabilire quale sarà il fabbisogno di MMG nel futuro prossimo – sottolineano i Giovani Medici – bisogna non solo fotografare la situazione attuale (quanti medici sono ancora in attesa di entrare nella Medicina Generale, quanti stanno per uscire, e quanti si stanno formando), ma anche valutare quale sarà il modello futuro di Cure Primarie che si vorrà adottare in Italia, perché in base a queste scelte potrebbe cambiare sostanzialmente il numero di professionisti necessari nel settore.”

Il SIGM ritiene che gli studi condotti finora sullo stato di carenza dei Medici di Medicina Generale (che hanno preso in considerazione i dati relativi al numero di pensionamenti ricavati dall’ENPAM, la produzione di neo-diplomati in MG ed il numero di iscritti nelle Graduatorie Regionali di Assistenza Primaria a livello nazionale) presentino alcune criticità, tra le quali la mancanza di una visione globale delle Cure Primarie, oltre che di una visione nazionale, “che unisca i dati risultanti da ogni singola regione al fine di ottenere un quadro completo della situazione.” Negli studi precedenti, inoltre, non vengono considerati ulteriori aspetti dinamici relativi ad una possibile riorganizzazione delle Cure Primarie e ai nuovi bisogni di salute della popolazione.

È, infatti, in corso una “transizione demografica, epidemiologica e sociale, rappresentata da aspetti quali: l’invecchiamento della popolazione; l’aumento della prevalenza di patologie croniche e di multimorbidità, oltre che l’impoverimento delle reti sociali con il conseguente carico assistenziale sui care – giver.”

A fronte dei cambiamenti che stanno investendo il sistema paese e che stanno modificando drasticamente i bisogni di salute della popolazione, poco o nulla è cambiato nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria primaria rispetto al 1978, anno in cui sono nati il SSN e il Medico di Medicina Generale successivamente affiancato dal medico di Continuità Assistenziale.

Appare, quindi, necessaria e non più procrastinabile – aggiungono i Giovani Medici – una riforma di tutto il sistema delle Cure Primarie.”

Risulta evidente per i Giovani Medici “come a fronte di un siffatto numero di variabili e di uno scenario socio – assistenziale in evoluzione, le conclusioni basate esclusivamente sul numero dei pensionamenti siano semplicistiche e rischino inoltre di banalizzare il problema.”

Pertanto, come sottolineato nel documento, è necessaria “un’analisi più approfondita di quello che sarà il reale panorama futuro per stimare per tempo la reale necessità di MMG da formare e non generare carenze né surplus di queste figure professionali.”

In uno scenario come quello attuale, nel quale i bisogni di salute della popolazione vanno incontro a profondi cambiamenti quali – quantitativi, il sistema delle Cure Primarie dovrà assumere un ruolo centrale assolvendo funzioni di coordinamento delle cure e dell’assistenza socio-sanitaria territoriale; approccio proattivo (medicina d’iniziativa) ed empowerment del paziente e dei care – givers; presa in carico globale e integrata della persona; prevenzione delle malattie e promozione della salute.

“In questo contesto – spiegano i Giovani Medici del SIMeG – il Medico di Medicina Generale è una figura centrale in quanto diventa il coordinatore dell’assistenza sanitaria primaria.”

Sebbene tale cambiamento sia stato invocato a più riprese dall’OMS (Alma Ata 1978, World Health Report 2008), e nonostante l’art. 3 della Legge Balduzzi, n.158 del 13 settembre 2012 preveda l’istituzione del ruolo unico di Cure Primarie, “in Italia la Medicina Generale rimane ancorata a dinamiche di stampo mutualista, troppo legata alla contrattualizzazione delle singole prestazioni, frammentata tra Assistenza Primaria e Continuità Assistenziale, incapace di rinnovarsi e di dar luogo al cambiamento strutturale e culturale necessario per rispondere ai bisogni di salute della popolazione.”

In previsione, dunque, dello scenario epidemiologico, demografico e sociale che si prospetta nei prossimi decenni, il solo aumento delle borse destinate alla FSMG non sarà sufficiente a rispondere alla carenza del prossimo futuro se non accompagnato da un reale rinnovamento del sistema di Cure Primarie e dell’impianto culturale della Medicina Generale.

“Crediamo pertanto – concludono i Giovani Medici – che, contemporaneamente alla doverosa ricerca di soluzioni tampone atte a fronteggiare l’attuale carenza, sia necessario e urgente investire nella Formazione dei futuri MMG migliorandone la qualità al fine di generare Professionisti capaci di contribuire al rinnovamento ed alla riorganizzazione  del sistema di Cure Primarie e di lavorare sul territorio e con le comunità in modo multidisciplinare e proattivo.”

A tal fine, il Dipartimento di Medicina Generale del SIGM propone:

–          l’attuazione, attraverso il recepimento nell’Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale e negli Accordi Integrativi Regionali, di quanto previsto dalla legge Balduzzi circa la riorganizzazione delle Cure Primarie;

–          la produzione di decreti che mirino alla riforma dell’assistenza territoriale al pari di quanto già avvenuto sull’assistenza ospedaliera con il DM 70/2015;

–          la stima del reale fabbisogno di MMG tenendo conto della possibile  riorganizzazione del sistema di Cure primarie;

–          l’istituzione di una Scuola di Specializzazione in Medicina Generale, di Comunità e Cure primarie partendo dalla costruzione di un core curriculum basato sulle competenze di questa nuova figura professionale.

 

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