Cari Colleghi,
cercheremo di seguito di fare un nuovo aggiornamento alla luce degli eventi delle ultime ore, cercando di rendere fruibile una materia complessa per la quale non si finisce mai di imparare.
Ieri vi avevamo dato conto di un duplice livello di azione, quello di iniziativa governativa e quello di iniziativa parlamentare.
Orbene, ci viene riferito che l'emendamento governativo presentato in sede di bilancio è stato contrastato dalla commissione ed è stato purtroppo rigettato. Tale emendamento, provenendo dal Governo, avrebbe comportato un aumento diretto del capitolo di bilancio relativo ai contratti di formazione specialistica da 18 circa milioni di euro (somma che già include un taglio lineare del 12% rispetto allo scorso anno) a 25 milioni circa di euro, la qual somma avrebbe permesso di estinguere nel giro di tre anni il debito contratto con le università, le quali a questo punto non avrebbero avuto motivazione alcuna per richiedere una decurtazione del numero dei posti aggiuntivi regionali rispetto allo scorso anno, che in tal caso sarebbe diminuito leggermente alla luce dei tagli lineari ed in relazione alla necessità di lasciare una piccola parte per pagare eventuali stati di malattia e gravidanza (nello scorso anno sono serviti circa 500 mila euro). Si sarebbe quindi parlato di un numero di posti inferiore di circa 20-30 unità rispetto al contingente di 188 finanziati lo scorso anno accademico per tutte e tre le università (74 per Catania, 82 per Palermo e 32 per Messina).
Cari Colleghi,
cercheremo di seguito di fare un nuovo aggiornamento alla luce degli eventi delle ultime ore, cercando di rendere fruibile una materia complessa per la quale non si finisce mai di imparare.
Ieri vi avevamo dato conto di un duplice livello di azione, quello di iniziativa governativa e quello di iniziativa parlamentare.
Orbene, ci viene riferito che l'emendamento governativo presentato in sede di bilancio è stato contrastato dalla commissione ed è stato purtroppo rigettato. Tale emendamento, provenendo dal Governo, avrebbe comportato un aumento diretto del capitolo di bilancio relativo ai contratti di formazione specialistica da 18 circa milioni di euro (somma che già include un taglio lineare del 12% rispetto allo scorso anno) a 25 milioni circa di euro, la qual somma avrebbe permesso di estinguere nel giro di tre anni il debito contratto con le università, le quali a questo punto non avrebbero avuto motivazione alcuna per richiedere una decurtazione del numero dei posti aggiuntivi regionali rispetto allo scorso anno, che in tal caso sarebbe diminuito leggermente alla luce dei tagli lineari ed in relazione alla necessità di lasciare una piccola parte per pagare eventuali stati di malattia e gravidanza (nello scorso anno sono serviti circa 500 mila euro). Si sarebbe quindi parlato di un numero di posti inferiore di circa 20-30 unità rispetto al contingente di 188 finanziati lo scorso anno accademico per tutte e tre le università (74 per Catania, 82 per Palermo e 32 per Messina).
Cari Colleghi,
cercheremo di seguito di fare un nuovo aggiornamento alla luce degli eventi delle ultime ore, cercando di rendere fruibile una materia complessa per la quale non si finisce mai di imparare.
Ieri vi avevamo dato conto di un duplice livello di azione, quello di iniziativa governativa e quello di iniziativa parlamentare.
Orbene, ci viene riferito che l'emendamento governativo presentato in sede di bilancio è stato contrastato dalla commissione ed è stato purtroppo rigettato. Tale emendamento, provenendo dal Governo, avrebbe comportato un aumento diretto del capitolo di bilancio relativo ai contratti di formazione specialistica da 18 circa milioni di euro (somma che già include un taglio lineare del 12% rispetto allo scorso anno) a 25 milioni circa di euro, la qual somma avrebbe permesso di estinguere nel giro di tre anni il debito contratto con le università, le quali a questo punto non avrebbero avuto motivazione alcuna per richiedere una decurtazione del numero dei posti aggiuntivi regionali rispetto allo scorso anno, che in tal caso sarebbe diminuito leggermente alla luce dei tagli lineari ed in relazione alla necessità di lasciare una piccola parte per pagare eventuali stati di malattia e gravidanza (nello scorso anno sono serviti circa 500 mila euro). Si sarebbe quindi parlato di un numero di posti inferiore di circa 20-30 unità rispetto al contingente di 188 finanziati lo scorso anno accademico per tutte e tre le università (74 per Catania, 82 per Palermo e 32 per Messina).
Cari colleghi,
nell'ultimo aggiornamento vi abbiamo dato conto di un emendamento, presentato dalla Commissione Sanità dell'ARS in sede di Commissione Bilancio, relativo ad una integrazione del capitolo del Bilancio destinato alla copertura dei posti aggiuntivi regionali di 3 milioni di euro limitatamente all'anno 2011. Questi fondi, laddove confermati, andrebbero alle tre Università quale parziale anticipo rispetto al debito residuo di 21 milioni di euro. A causa del taglio lineare del capitolo del bilancio in questione del circa 10-15% ci sarebbe comunque una conseguente riduzione del numero dei posti rispetto allo scorso anno (188 posti). Sulla base dell'emendamento predetto non ci sarebbero garanzie di ulteriori entrate per le Università per i successivi anni e questo va contro l'accordo intercorso tra Rettori ed Assessorato nel senso di recuperare le somme spettanti in maniera incrementale negli anni, grazie alla riduzione del numero di posti da assegnare rispetto allo scorso anno (Es: se si abbassa nel corrente anno il numero di posti aggiuntivi del 40%, rimarrebbero a disposizione circa 2 milioni di euro da suddividere tra le università; sono pochi rispetto ai 21 milioni, ma il prossimo anno, permanendo il taglio del 40%, il risparmio, da restituire alle Università, sarebbe pari a 4 milioni di euro; tra tre anni, sarebbe di 6, tra 4 otto e così via... Ciò sino ad arrivare al totale di 21 milioni circa in quattro anni: 2+4+6+8). Per tale ragione è difficile (ma non impossibile) che le Università facciano un passo indietro.
Cari colleghi,
nell'ultimo aggiornamento vi abbiamo dato conto di un emendamento, presentato dalla Commissione Sanità dell'ARS in sede di Commissione Bilancio, relativo ad una integrazione del capitolo del Bilancio destinato alla copertura dei posti aggiuntivi regionali di 3 milioni di euro limitatamente all'anno 2011. Questi fondi, laddove confermati, andrebbero alle tre Università quale parziale anticipo rispetto al debito residuo di 21 milioni di euro. A causa del taglio lineare del capitolo del bilancio in questione del circa 10-15% ci sarebbe comunque una conseguente riduzione del numero dei posti rispetto allo scorso anno (188 posti). Sulla base dell'emendamento predetto non ci sarebbero garanzie di ulteriori entrate per le Università per i successivi anni e questo va contro l'accordo intercorso tra Rettori ed Assessorato nel senso di recuperare le somme spettanti in maniera incrementale negli anni, grazie alla riduzione del numero di posti da assegnare rispetto allo scorso anno (Es: se si abbassa nel corrente anno il numero di posti aggiuntivi del 40%, rimarrebbero a disposizione circa 2 milioni di euro da suddividere tra le università; sono pochi rispetto ai 21 milioni, ma il prossimo anno, permanendo il taglio del 40%, il risparmio, da restituire alle Università, sarebbe pari a 4 milioni di euro; tra tre anni, sarebbe di 6, tra 4 otto e così via... Ciò sino ad arrivare al totale di 21 milioni circa in quattro anni: 2+4+6+8). Per tale ragione è difficile (ma non impossibile) che le Università facciano un passo indietro.
Cari colleghi,
nell'ultimo aggiornamento vi abbiamo dato conto di un emendamento, presentato dalla Commissione Sanità dell'ARS in sede di Commissione Bilancio, relativo ad una integrazione del capitolo del Bilancio destinato alla copertura dei posti aggiuntivi regionali di 3 milioni di euro limitatamente all'anno 2011. Questi fondi, laddove confermati, andrebbero alle tre Università quale parziale anticipo rispetto al debito residuo di 21 milioni di euro. A causa del taglio lineare del capitolo del bilancio in questione del circa 10-15% ci sarebbe comunque una conseguente riduzione del numero dei posti rispetto allo scorso anno (188 posti). Sulla base dell'emendamento predetto non ci sarebbero garanzie di ulteriori entrate per le Università per i successivi anni e questo va contro l'accordo intercorso tra Rettori ed Assessorato nel senso di recuperare le somme spettanti in maniera incrementale negli anni, grazie alla riduzione del numero di posti da assegnare rispetto allo scorso anno (Es: se si abbassa nel corrente anno il numero di posti aggiuntivi del 40%, rimarrebbero a disposizione circa 2 milioni di euro da suddividere tra le università; sono pochi rispetto ai 21 milioni, ma il prossimo anno, permanendo il taglio del 40%, il risparmio, da restituire alle Università, sarebbe pari a 4 milioni di euro; tra tre anni, sarebbe di 6, tra 4 otto e così via... Ciò sino ad arrivare al totale di 21 milioni circa in quattro anni: 2+4+6+8). Per tale ragione è difficile (ma non impossibile) che le Università facciano un passo indietro.