Stupore della nascita

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“STUPORE DELLA NASCITA”: La nascita in poesia

Gianpaolo Donzelli – Stupore della Nascita (pp. 80 – Edizioni Passigli, 2012)

Stupore della Nascita

Cari colleghi, vi segnaliamo questa raccolta di poesie unica nel suo genere. Si tratta di “Stupore della nascita”, scritta dal Prof. Gianpaolo Donzelli, Neonatologo e Professore Ordinario di Pediatria presso l’Università di Firenze. Il volume, in inglese con traduzione in italiano, è completamente dedicato al momento più sublime e magico della nostra esistenza, ovvero alla nascita, e a tutte le emozioni che essa suscita in coloro che ne prendono parte.

La sala parto è un posto speciale, diverso da qualsiasi altro locale di un Ospedale. In questo luogo, nel giro di pochi ed infiniti secondi, un nuovo individuo prende vita: un individuo che crescerà, penserà, amerà e soffrirà. Negli attimi in cui questo accade, ognuno dei presenti prova una serie di emozioni intensissime. Di solito il padre del nascituro è immobilizzato tra il terrore e la gioia, incapace di dire o fare niente. La madre è invece concentrata su quello che sta facendo e sul dolore che sta provando. L’ostetrica e il ginecologo avvertono lo scorrere del sudore sulla schiena mentre lavorano per facilitare il processo, nella speranza che vada tutto bene. Gli studenti di medicina, quasi mimetizzati alla parete sullo sfondo della scena, sorridono inebetiti, non perfettamente consci di quanto sta avvenendo sotto ai loro occhi. Il neonatologo e la sua infermiera, in piedi di fronte all’isola neonatale, si guardano in silenzio dopo aver controllato di avere a disposizione tutto il necessario per ogni eventualità, con il cuore che batte all’impazzata. E in un attimo accade. “Il corpo si apre, si chiude e l’amore scivola nell’acqua. I piedi incontrano le mani, il pianto e il riso vivono”. Per qualche interminabile secondo tutti tacciono. E nel silenzio, un vagito tramuta ogni tensione in una comune esplosione di gioia. Ma quando, per fortuna in una piccola percentuale di casi, le cose non vanno bene, tutto cambia: una nascita pretermine, un’asfissia perinatale, un qualsiasi intoppo durante il realizzarsi del miracolo della vita e in un attimo i genitori si ritrovano a pensare “Senza fiato neppure per piangere ti hanno portato via”. Il bimbo viene posto in un’incubatrice, definita qui come una ”prigione senza tempo”. Si tratta quindi di innumerevoli momenti dal forte carico emotivo, che il prof. Donzelli riesce a descrivere con una semplicità disarmante e una scelta accuratissima dei termini. Verso dopo verso vengono esplorati tutti i punti di vista, entrando in punta di piedi nel vissuto della madre, dei medici e soprattutto del neonato, che, in fin dei conti, è il protagonista assoluto di queste pagine.

Si tratta dunque di un volume che dovrebbero leggere soprattutto gli operatori sanitari, allo scopo di ricordare che le professioni sanitarie sono le più nobili del mondo, e che chi le svolge non può che reputarsi fortunato. La raccolta del prof. Donzelli rappresenta un contributo alla letteratura delle Medical Humanities, ovvero dei saperi umanistici e delle scienze umane applicati alla Professione Medica, aspetti questi che la formazione medica da troppo tempo ignora, laddove invece il vissuto della persona può e deve costituire la base del rapporto medico paziente. Non a caso lo stesso autore dedica il volume “a tutti coloro che si prendono cura della nascita”, perché, citando una studentessa di Medicina, “Siamo ancora in molti a pensare che la Medicina sia almeno in parte un’arte: non è come le nozioni, non si impara dai libri, ma si impara osservando, scavando dentro noi stessi e cercando di scoprire quanto radicate siano nel profondo del nostro cuore la vocazione, le qualità professionali e soprattutto umane da mettere al servizio del prossimo nell’ambito dell’assistenza sanitaria” [G.Bartalucci – Minima Medicamenta n.7 – 2011]

Infine vi segnaliamo che tutti i proventi relativi ai diritti d’autore verranno devoluti all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Per ulteriori info: www.passiglieditori.it

Recensione a cura di M. Elisa Di Cicco

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