Preoccupazione per l’organizzazione del Concorso Nazionale demandata alle singole Università

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COMUNICATO ASSOCIAZIONE ITALIANA GIOVANI MEDICI (SIGM)

GIOVANI MEDICI (SIGM) e Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi esprimono preoccupazione per la devoluzione alle singole Università delle competenze organizzative del concorso nazionale di accesso alle scuole di specializzazione; Chiedono che il MIUR, in ragione delle proprie prerogative di coordinamento, sostenga al meglio gli Atenei al fine di garantire standard organizzativi omogenei ed adeguati in tutte le sedi. A tal fine, propongono che le Università si raccordino su base regionale o macro-regionale per individuare sedi concorsuali di grandi dimensioni (come avvenuto lo scorso anno nel Lazio alla Fiera di Roma). E rivolgono un appello al MIUR:

Le recenti modifiche al D.M. sul Regolamento concernente le modalità di selezione per l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina, apportate in maniera unilaterale dal MIUR, hanno introdotto il decentramento delle competenze organizzative delle prove di ammissione, che, a differenza della precedente edizione, saranno in capo alle Università. Queste ultime dovranno a loro volta garantire sicurezza, trasparenza e standard omogenei di gestione nello svolgimento delle prove, attenendosi alle indicazioni fornite dal MIUR. In assenza di un chiaro indirizzo politico da parte del MIUR, però, tali modifiche potrebbero dare luogo a degli scenari organizzativi imprevedibili, derivanti dalle diverse specificità logistiche e strutturali che caratterizzano fisiologicamente i singoli Atenei italiani. Lo scorso anno accademico, al netto della gravissima vicenda dell’inversione dei test di area da parte del CINECA, la principale criticità lamentata dall’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) e dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi, già alla vigilia del concorso nazionale, è stata l’eccessiva parcellarizzazione del numero di aule (circa 450) presso cui le prove sono state somministrate. La allora scelta infelice di distribuire i candidati, basandosi esclusivamente sul criterio di residenza, ha sovraccaricato il sistema in almeno 5 regioni, laddove il numero di candidati da assegnare è risultato superiore al potenziale ricettivo delle sedi universitarie e scolastiche individuate dal MIUR nel corso di una rilevazione preliminare. Ne è conseguito che, seppur in un numero limitato di sedi, alcune di queste individuate ed attrezzate last minute, si siano verificate delle situazioni contingenti (black out elettrico, staratura del timer del software, stallo dei pc, ecc.) che, secondo quanto riferito dai concorrenti, non hanno permesso di garantire standard omogenei di organizzazione. In aggiunta a ciò, sono stati segnalati dei casi in cui concorrenti appartenenti ad una stessa coorte di laureati, provenienti da una medesima università, si siano trovati a svolgere le prove in aule piccole, ubicate nella stessa Università presso cui hanno studiato, per di più assieme ai colleghi di corso e sotto la sorveglianza di personale amministrativo operante nell’eguale Ateneo. Di contro, l’esempio più funzionale, che ha riscontrato grande apprezzamento da parte dei candidati, è risultato quello adottato dal MIUR per i residenti nella regione Lazio, che sono stati ospitati presso la Fiera di Roma.

Su tali presupposti il Comitato Aspiranti Specializzandi e l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) hanno avanzato più volte la richiesta di ridurre sensibilmente il numero delle sedi e delle aule presso cui somministrare le prove di concorso.

<<Chiediamo che il MIUR compia ogni sforzo possibile al fine di garantire un sereno svolgimento delle selezioni, ivi inclusa la presenza delle Forze dell’Ordine in loco. Inoltre, ci aspettiamo che si faccia tesoro dell’esperienza dello scorso anno, estendendo i modelli organizzativi più funzionali e prevenendo le criticità già note, connesse alla complessità della macchina organizzativa ed all’utilizzo del sistema telematico. Riteniamo inoltre prioritario che si stabiliscano standard minimi uniformi di vigilanza, nonché criteri inattaccabili per la distribuzione dei candidati alle sedi ed all’interno delle aule. Si adottino, altresì, procedure chiare e definite per la gestione delle criticità ed a tal fine si auspica maggiore attenzione nell’addestramento del personale vigilante. – dichiarano i Giovani Medici (SIGM) – Esprimiamo preoccupazione per la devoluzione alle singole Università delle competenze organizzative relative ad un concorso nazionale, il che fisiologicamente introduce eterogeneità nel sistema. Pertanto, proponiamo che gli Atenei, sotto la supervisione ed il coordinamento del MIUR, siano posti nelle condizioni di raccordarsi su base regionale o macro-regionale per individuare sedi concorsuali di grandi dimensioni, sulla scorta di quanto fatto nel corso della precedente edizione del concorso per i candidati residenti nella Regione Lazio, che sono stati ospitati presso la Fiera Roma. La sostenibilità finanziaria di tale modello organizzativo potrebbe essere garantita dall’insieme delle quote di iscrizione al concorso che i concorrenti versano al MIUR. Il concorso nazionale è un valore che sta innescando un processo di virtuosa discontinuità culturale nella selezione della futura classe dirigente della sanità nel nostro Paese e come tale deve essere ritenuto una priorità da preservare.>> – concludono i Giovani Medici (SIGM).

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