SE L’INTERSINDACALE CONTINUA A IGNORARE IL PERCORSO SPECIALISTICO PER I FUTURI MEDICI DI MEDICINA GENERALE ANCHE DOPO LA PRESA DI POSIZIONE DELLA COMMISSIONE SALUTE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI

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L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) continua a esprimere forte disappunto per le proposte dell’Intersindacale in tema di formazione medica post lauream e art. 22, ancora colpevolmente regressive per quanto riguarda la formazione in medicina generale. Nell’ultimo testo proposto dalla costellazione dei 23 sindacati, infatti, del percorso specialistico accademico per la Formazione Specifica in Medicina Generale, presente al Punto 8 dell’articolato del disegno di legge ex articolo 22 del Patto per la Salute licenziato dalla Commissione Salute delle Regioni lo scorso 4 maggio 2016, non vi è più traccia!

Nella nuova bozza presentata dall’intersindacale non si parla più dell’evoluzione in percorso specialistico delle attività formative dei futuri medici di medicina generale, da realizzarsi mediante virtuosa integrazione tra le esperienze della Scuola di Specializzazione in Medicina di Comunità e Cure Primarie e il patrimonio culturale prodotto dagli attuali corsi regionali.

La proposta avanzata dalle Commissione Sanità delle Regioni per quanto riguarda la medicina generale, unica luce in un testo che presenta molte ombre per la formazione specialistica, sembrava porre le basi per il superamento delle note criticità che affliggono la formazione regionale in medicina generale attraverso una reale rete integrata tra Territorio e Università, storica proposta del Dipartimento SIMeG della nostra Associazione.

L’opposizione dei Sindacati ha prodotto soltanto una contro-proposta di facciata che si limita all’introduzione delle attività professionalizzanti, in realtà già previste dall’Art. 1 comma 5 della Legge 189/2012, e dall’introduzione del pediatra di libera scelta all’interno del percorso del medico in formazione specifica in medicina generale.

Pieno stile gattopardesco per una proposta al ribasso che poco apporta a una formazione che da tutti è riconosciuta come bisognosa di interventi strutturali di riforma, ma da troppi, nei fatti, viene lasciata nell’immobilismo.

A tal fine ricordiamo che le attività professionalizzanti vennero introdotte nella Legge 189/2012 grazie ad un’azione di sensibilizzazione dal basso in cui un ruolo importante fu svolto dal SIGM. E’ opportuno ricordare come tale iniziativa nacque con l’obiettivo di individuare delle attività lavorative, svolte in ambito professionale, che potessero consentire ai corsisti di integrare il compenso fornito dalle borse di formazione che, allora come oggi, rasentano la soglia di povertà.

Ricordiamo ai colleghi che dal punto di vista economico e formativo, pertanto, la proposta non aggiunge nulla alla precedente proposta della Commissione Sanità delle Regioni poiché la formazione degli specializzandi si avvale già di contratti di formazione, peraltro definiti e inseriti in uno specifico percorso di formazione. Analogamente l’inquadramento della rete formativa dei corsi nella cornice della Scuola di Specializzazione di Medicina di Comunità e Cure Primarie permetterebbe l’accesso, già presente nella Scuola di Specializzazione, agli ambulatori del Pediatria di Libera Scelta.

In ultima analisi la proposta dei Sindacati si configura come una proposta al ribasso per i futuri medici di medicina generale in formazione, non aggiungendo nulla che non fosse già implicito nella proposta della Commissione Sanità delle Regioni, in termini di vantaggi per i formandi in medicina generale.

Il risultato è sempre lo stesso, quello di tentare di bloccare l’avvio del processo di evoluzione della formazione specifica in medicina generale in disciplina accademica a reti integrate. Forse perché per qualcuno sembra essere più vantaggioso mantenere l’attuale struttura dei corsi regionali su cui fortissimi sono le ingerenze e gli interessi sindacali, come traspare peraltro dalle recenti polemiche sull’assegnazione dei ruoli di coordinamento della Regione Lombardia?

I Giovani Medici (SIGM) rivolgono, pertanto, un appello al Ministro della Salute che, durante i lavori del 2° Workshop sulla Formazione Medica organizzato dalla nostra Associazione a Roma nel giugno 2014, aveva affermato la necessità di istituire una Scuola di Specializzazione per la formazione del Medico di Medicina Generale.

Tale percorso darebbe la possibilità di codificare un settore scientifico disciplinare autonomo dedicato alla Medicina Generale e alle cure primarie rappresentando così il volano per un reale inserimento dell’insegnamento della Medicina Generale, e più in generale dell’Assistenza Primaria, all’interno dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, oggi presente a macchia di leopardo e con ampia variabilità sul territorio nazionale. Questo inoltre garantirebbe lo sviluppo sistematico della ricerca, la formazione di una classe di ricercatori e di una classe docente nell’ambito delle Cure Primarie.

E’ giunto il momento di avviare una radicale evoluzione della formazione specifica in medicina generale, che permetta di valorizzare un percorso formativo per troppo tempo considerato nei fatti come un percorso di serie B, abbandonato alla deriva regionalistica e alle ingerenze del mondo sindacale.

Il Dipartimento SIMeG

Associazione Italiana Giovani Medici

 

 

 

 

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